nella nuova collezione di tavoli in vetro di Murano

in esclusiva negli spazi di Mohd Officina Milano 

Purho presenta — in occasione della Milano Design Week 2023 — Angels, la nuova collezione di tavoli in vetro di Murano disegnati dallo studio Paritzki&Liani (Tel Aviv, Israele) in esclusiva negli spazi di Mohd Officina Milano re-immaginati da Nichetto Studio in Mohd Sinfonia.

Come eteree figure di luce e riflessi, i tavoli Angels rappresentano una piccola architettura per interni in cui i tre pezzi che li compongono — la base di altezze diverse (h.440/350), il piano (d.500) e una bowl soffiati dal maestro Andrea Zilio —  insieme formano un mondo di colori, che vibrano nello spazio della percezione. Vogliono essere l’impulso di un nuovo luogo dentro un altro luogo, la casa.

In questi tavoli il vetro soffiato è struttura. La semplificazione delle forme o l’astrazione di queste  inducono ad una dimensione estetica di tensione data dagli spessori importanti delle parti e dalle superficie significative per questo tipo di lavorazione.

Dimensione estetica e tecnica instaurano una nuova situazione materiale che ci “religano”, ci legano ad una memoria antica, quella della lavorazione millenaria di questa materia, a qualcosa di vitale di un oggetto di vetro e luce.

L’ispirazione dei colori dei tavoli Angels nasce dall’osservazione di manufatti della pittura a chiaro-scuro monocromi realizzati all’interno della tradizione pittorica italiana di fine ‘400.

Alle delicate tonalità rosé, ocra, grigio si affiancano colori più decisi quali il verde muschio, il blu profondo, l’ametista per un equilibrio cromatico capace di rinnovarsi continuamente sulla base degli accostamenti delle diverse componenti dei tavoli.

Che idea di disegno? E perché?

Così nelle parole di Paola Liani di Paritzki&Liani: “Mi vengono in mente le parole di Roberto Maier nell’introduzione al prezioso libro “La custodia del senso” di Jean Luc Nancy: “Il nostro tempo sembra essere il nemico del difficile. Non siamo più pigri dei nostri padri, ma il difficile non è più’ ”ciò che cede” ma ciò che deve essere rimosso. Il difficile non c’è, deve essere rimosso.”

Ecco allora che questo progetto rappresenta una specie di piccola ribellione al “divieto del difficile”, operando ai limiti di agibilitàproduttiva della materia Muranese e nel continuo spostamento di confine fra disegno ed esperienza tecnica di trasformazione del vetro e assemblaggio di questo.

Il progetto cerca di portare il vetro di Murano al massimo della sua tecnica e modellazione materica, per comporre un oggetto che è  un luogo di luce,  fra un atto e l’altro nella quotidianità.”